Festa Narranatura 2021

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Il diario di viaggio compilato per la Festa di Narranatura 2021: dal 29 luglio al 4 agosto, con partenza dalla Costa degli Etruschi, spostamenti nella Maremma Pisana, in quella Grossetana e con la visita all’Isola del Giglio. Con l’arrivo alla Diaccia Botrona l’itinerario si è composto di 6 percorsi di una giornata ciascuno.

Festa Narranatura 2021

Anelli con distanze di massimo 14 km e di una durata di circa 5 ore… un trekking di difficoltà bassa (grado T) affrontato con grande piacere e tranquillità. Una festa per la completa gratuità delle guide di Narranatura e per il gran piacere di tornare insieme a passeggiare Covid-free.

Ecco qui di seguito la descrizione delle 6 giornate che hanno coinvolto i partecipanti (tutti vaccinati o muniti di GreenPass o certificato come da DPCM anti contagio Covid-19) alla Festa di Narranatura dell’estate 2021!


Giornata 1 di Festa Narranatura

Anello di Golfo di Baratti – Buca delle Fate e Cala Moresca (14 km)

Sulla strada per Populonia Alta, a poco meno di 1 km da questa, si trova sulla sinistra un parcheggio sterrato dove lasciamo le auto (in località “Il Reciso”). La cartellonistica dei sentieri è presente e chiara ma c’è da fare molta attenzione a parcheggiare l’automobile o la moto in punti permessi dalla Polizia Municipale… (leggere in fondo alla descrizione di questa prima giornata).

Abbiamo scelto quindi di passare dal sentiero interno (ca. 7 km), lasciandoci in successione a dx Monte Pecorino, a sx Poggio Grosso, a sx il Monte Massoncello e, infine, a dx il Monte Gigante.

Raggiunta la Strada dei Cavalleggeri, abbiamo goduto di punti panoramici fuori dal comune, straordinari.

Qui la Costa degli Etruschi si svela in tutta la sua selvaggia e coinvolgente bellezza. La camminata è ripresa senza tentennamenti nonostante il caldo.

La raccomandazione che ci sentiamo di fare sempre è di prendere molto sul serio il bisogno d’acqua da parte del nostro organismo: per non rimanerne mai senza, portatene almeno 3 litri, sempre!

Dopo la Fonte del Soldato, in prossimità di Cala San Quirico, il caldo ci ha spinto a fermarci per fare bagno e pranzare (e per bere a volontà!).

Abbiamo poi seguito il sentiero CAI n.301 per Buca delle Fate e raggiunto quasi al tramonto la nostra mèta: davvero magica l’atmosfera che si è creata tra noi e i villeggianti (numerosi sin dalla spiaggia di San Quirico).

Dunque, risalendo verso l’interno per pochi chilometri ancora di cammino (anche se in salita) ci siamo diretti a Colle Reciso, al parcheggio dei nostri mezzi. Abbiamo fatto qui ritorno dal primo nostro percorso alle 19.30.

NB: Narranatura fa notare che la Polizia Municipale ha diligentemente fatto una contravvenzione di 42 euro per la ruota di una nostra auto sulla sede stradale… anche se quella ruota, e quindi l’auto, non avrebbe dato noia a un TIR di passaggio se mai ne fosse passato qualcuno oltre ai mezzi di noi turisti e operatori culturali,  lo scrupolo delle autorità è di certo da premiare.

Ci sentiamo comunque di dare un consiglio: in località Baratti, da oltre 30 anni, risultano del tutto inadeguati e insufficienti i posti auto! Perché l’Amministrazione Pubblica non effettua un piccolo e sostenibile recupero delle aree a incolti prossime a Reciso al fine di accogliere correttamente i numerosi mezzi con i quali sarebbe impossibile raggiungere questo meraviglioso angolo della Toscana?

La prima giornata si è rivelata, in tutti i suoi aspetti, davvero splendida!


Giornata 2 di Festa Narranatura

Anello Puntone – Cala Violina (13 km)

Qui abbiamo operato qualche cambio di programma per facilitare l’arrivo dei numerosi compagni di viaggio dalle varie città della Toscana e da altre regioni.

La partenza (prima programmata da Il Cantuccio) è avvenuta dal comodo parcheggio sula Strada Vicinale di Pian D’Alma (ottima l’organizzazione offerta dai giovani stagisti messi a disposizione dal Comune di Grosseto che ci hanno fornito indicazioni sul più comodo arrivo alla nostra mèta).

Il sentiero si inoltra dalla Strada Vicinale fino lungo un sentiero che va alla Cala delle Civette.

Il punto di inizio del primo sentiero è contraddistinto da una piccola statua presso un pontile sul Fosso alle Canne (vedere nella galleria video qui appena sotto). Il fosso ha origine dalle opere di bonifica di cui ha sempre avuto bisogno l’intera zona maremmana.

Questa volta arriviamo subito al mare: alla Punta delle Canne. Guadando il breve corso del fosso che sfocia al mare, arriviamo facilmente a Cala delle Civette dove ci spingiamo fino alle sua estremità più settentrionale per due ragioni: 1) la spiaggia è più selvaggia e più libera dai bagnanti; 2) saremo già in prossimità della seconda ripresa del cammino.

Dopo aver pranzato e chiacchierato piacevolmente, aver fatto immersione in acque pulitissime e aver preso un bel po’ di sole su una spiaggia morbida e accogliente… nel tardo pomeriggio siamo ripartiti verso Cala Violina.

Purtroppo temevamo che la Violina fosse chiusa per ragioni di Covid e così è stato. Avremmo dovuto prenotare il giorno…

Per niente rassegnato, il gruppo di Narranatura si è incamminato verso la splendida e successiva piccola baia, meno conosciuta ma altrettanto bella rispetto alla Violina: Cala Martina!

Qui siamo abbiamo scattato foto al monumento di Giuseppe Garibaldi, che rimane in vetta alla Punta sul sentiero prima di scendere al mare. Dopo la visita sulla ciottolosa baia, abbiamo ripreso il nostro cammino.

Percorsa la Strada delle Collacchie (con vari punti panoramici), attraversata molta parte dell’area naturale protetta verso Poggio di San Supero, P. la Guardia, P. Sentinella (215 m), finalmente abbiamo raggiunto il parcheggio sulla Strada Vicinale delle Civette.

Ritorno alle ore 19.15, in tempo per recuperare i nostri mezzi (il parcheggio chiude alle 19.30).


Giornata 3 di Festa Narranatura

Parco Regionale della Maremma, detto dell’Uccellina (11 km)

La partenza del terzo percorso era fissata presso la Casetta dei Pinottolai, raggiungibile comodamente con la propria auto.

I biglietti, invece, sono stati acquistati al centro visite che ci ha fornito un’autorizzazione da apporre sul cruscotto per poter lasciare l’auto nella loc. Pinottolai.

Il gruppo di Narranatura, per questa visita al Parco della maremma, si era ridotto (pochi ma buoni!). Ci siamo quindi ritrovati ai Pinottolai e siamo partiti per la strada della pineta Granducale.

Dopo circa 2 chilometri, raggiunto il Ponte in legno con un passaggio pedonale, un cartello ci segnalava il percorso per l’itinerario ad anello delle Torri.

Attraverso una fitta boscaglia (alta macchia mediterranea) siamo arrivati alla Torre di Castelmarino (XII sec.) per goderci il panorama della vasta pineta sottostante e un pranzo a base di frutta.

Siamo poi scesi verso l’oliveto sacro che è il luogo dove ci siamo fermati a riflettere e a parlare commossi dall’atmosfera che si respirava lì…

Poi, via verso la splendida spiaggia del promontorio di Collelungo, sotto l’omonima Torre del XVI secolo.

Ritorno al parcheggio Pinottolai verso le 19.30.

Eravamo molto stanchi, ma anche tanto soddisfatti del nostro cammino e delle nostre tante osservazioni naturalistiche.

Il Parco della Maremma, detto dell’Uccellina, rimane una delle aree più ricche in biodiversità, più panoramica e più verde della Toscana.

Fieri e arricchiti.


Giornata 4 di Festa Narranatura

Isola del Giglio (ca. 8 km)

Siamo giunti al Giglio Porto verso le 12 del mattino, pronti per salire verso il Castello (350 m) attraverso l’antica mulattiera. Abbiamo portato acqua a volontà, gli immancabili occhiali da sole, creme protettive e grande lena!

Un’ora e trenta circa di cammino, varie osservazioni di rari rapaci diurni e molti gabbiani. Immersi in una macchia mediterranea che, da bassa a partire dal bivio delle Arenelle e per almeno 100 m di dislivello, diventa sempre più alta (a corbezzolo, mirto, erica e lentisco) man mano che ci avviciniamo alle mura della fortezza pisana di Giglio Castello.

La vasta presenza del leccio indica un rilevante e promettente indice di naturalità. Esattamente come il Ginepro dei Fenici (Juniperus phoenicea L.) che indica lo stato prossimo al climax spontaneo sulle aree più esposte e rocciose delle falesie di granito.

Ai bordi della mulattiera abbiamo notato sempre con grande attenzione i cardi, i crisantemi, l’Echium e gli odorosi elicrisi. I cisti ormai sfioriti in estate, ci hanno dato modo di ricordare i loro bellissimi fiori bianchi (Cistus monspeliensis o marino, che predilige suoli più calcarei, e C. salvifolius o femmina, che predilige invece suoli più acidi). Ma anche quelli rosa acceso del Cistus creticus (x-incanus) detto anche villoso.

Al Giglio Castello sosta e pranzo. Quindi la doverosa visita alla Chiesa di San Pietro Apostolo con le reliquie di San Mamiliano (la sua ulna che, da sola, appena fu mostrata, fece fuggire i pirati turchi a vele spiegate:

Correva l’anno 1799 e, quando i gigliesi avvistarono in mare molte navi pirata, si rifugiarono tutti al Castello. Questo, da secoli, era il loro abituale modo per salvarsi dagli attacchi. Erano Sciabecchi con fregate turche cariche di pirati che avevano scorrazzato nel Mediterraneo facendo razzie e distribuendo atroci lutti.

Quel pomeriggio del 18 novembre, però, gli isolani vantarono un’arma in più contro il più temibile nemico dei Sultanati Bey: il miracoloso intervento di San Mamiliano!

Il patrono fu pregato con tanto fervore dalle donne raccolte nella fortezza pisana che dalle feritoie delle mura apparvero così tanti fucili e cannoni da far paura ai pirati… che se la dettero a gambe giù per la mulattiera del Campese!

Nel pomeriggio siamo scesi per quella stessa mulattiera da cui i pirati trovarono la via di fuga. Il clima ci ha concesso una discesa comoda grazie anche all’ombra delle rigogliose leccete in zona Valliccione e Vado del Molino.

In prossimità del bivio per l’Allume, si è optato per Campese… peccato! Volevamo fare il bagno all’Allume ma il tempo era tiranno… e, per questioni di orario (il pulman ci avrebbe atteso solo 1 ora più tardi per una ripartenza dal porto programmata per le 18) ci siamo concessi una rinfrescata solo nella più turistica e frequentata tra le spiagge del Giglio: quella appunto del Campese.

La Torre, costruita tra il 1670 e il 1700, si erge romanticamente sul mare e guarda lo scoglio del Faraglione dalla parte opposta della baia come una donna innamorata.

Dopo il bagno, siamo ritornati in pullman verso il Giglio Porto, dove la Toremar ci ha portato ad attraccare a Porto di Santo Stefano alle 19.30.


Giornata 5 di Festa Narranatura

La duna di Feniglia (ca. 10 km)

Un giorno che sembrava di riposo e che invece si è rivelato denso di sorprendenti osservazioni e meraviglie inaspettate.

Presso il tombolo della Feniglia, poco prima del Monte Argentario, sette chilometri di spiaggia e pineta formano un tombolo, cioè una formazione che congiunge una piccola isola alla terraferma.

In questo caso, il Monte Argentario, senza la Feniglia e la Giannella sul versante opposto, sarebbe stato un’isola. I due istmi sono naturali e impediscono al Promontorio dell’Argentario di avvalersi della definizione di isola!

Nella riserva naturale della Feniglia, abbiamo trovato un comodo e tecnologico parcheggio per i nostri mezzi motorizzati, optando quindi di seguire il Sentiero Ornitologico.

Nell’anello scelto, all’andata abbiamo percorso il sentiero affacciato sulla laguna: una strada sterrata comoda per bici, carrozzine a anche per escursioni a piedi nudi! La strada è dotata di capanni per l’osservazione ornitologica (con descrizione di tutti i volatili presenti per migrazione e nidificazione qui in laguna orbetellese).

Noi di Narranatura che collaboriamo in Podcast con Radio Oltre abbiamo tantissimo apprezzato la presenza di questo sentiero che offre moltissime indicazioni e descrizioni dell’ambiente naturale per non vedenti e ipovedenti. C’è anche un corrimano, oltre postazioni olfattive e tattili.

Pranzo nell’immensa pineta sul versante opposto alla laguna, quello che si apre con morbide spiagge sul mare, bagno in compagnia di vacanzieri (molti dei quali ignari delle bellezze naturali a due passi da loro) e infine ritorno al parcheggio. Saluti.


Giornata 6 di Festa Narranatura

Diaccia Botrona (14 km)

Con il cielo velato e il clima favorevole a lunghe camminate, l’ultima giornata della Festa Narranatura è stata dedicata al periplo della Diaccia Botrona: l’area naturale protetta si estende per 1.273 ettari tra Castiglione della Pescaia e Grosseto, a ridosso della pineta, appunto, del Tombolo di Castiglione.

La Diaccia Botrona è classificata ai sensi della Convenzione di Ramsar “zona umida di importanza internazionale”.

Ciò che vediamo sono le terre lacustri residue dell’antico Lago Prile o Lago Preglio. Quel bacino occupò tutta questa zona di pianura.

Una volta prosciugato, a seguito delle opere di bonifica dei Lorena nel ‘700, le sue acque sono state incanalate e oggi sono così apprezzate dalla fauna ornitologica. La Diaccia Botrona è una delle più importanti aree della Toscana per lo svernamento, la sosta e la nidificazione di numerose specie di uccelli.

Per quanto riguarda la vegetazione il gruppo di Narranatura ha osservato la cannuccia di palude (Phragmites australis), una pianta erbacea perenne della famiglia delle Poaceae oltre giunchi, salicornie e limonio.


Ringraziamenti per la Festa Narranatura 2021

Un ringraziamento alla città di Orbetello che ci ha accolto sempre con grande entusiasmo e con i suoi meravigliosi servizi di incoming turistico.

In particolare da indicare la Cooperativa dei Pescatori con i suoi gustosi piatti, il genuino svago prima di cena e, soprattutto, il suo indimenticabile panorama sulla laguna.