Quattro quadri scenici, ognuno per ciascuna stagione (estate, autunno, inverno e primavera), per i diversi umori richiamati dalle poesie: spossatezza, malinconia, dolore, speranza… ma sempre tanto Amore, tutto quello donato da due donne coraggiose nel grande abbraccio della natura.
Paola Cannas (madre dello scrittore Marco Vichi) e Paola Collini affrontarono la vita sempre con amore, al di là delle sofferenze personali…
L’amore è sottolineato in Respiri nella maniera più suggestiva e coinvolgente tramite le forme artistiche performative teatrale (con le letture di Marina Mior) e musicale (per le musiche di Martina Weber).
Inoltre, le immagini dei boschi, proiettate sulle mura dell’antico Castello di Calenzano Alto (fotografie di Claudia Giusti, Il respiro della foresta), rendono grande merito alle poesie e si dimostrano quindi la scelta più adatta come scenografia per lo spettacolo.
Gli scatti di Claudia Giusti ritraggono boschi che sembrano respirare e le immagini si collegano alle parole recitate restituendo, al loro messaggio d’amore per la vita, tutta la forza originaria in un grandioso respiro della Natura.
Le poesie di Cannas e Collini
Prima e al termine dello spettacolo è possibile acquistare i volumi delle due poetesse.
Infatti, grazie alla libreria Florida di Firenze le raccolte delle poesie di Paola Cannas (da “Respiri e sospiri”, ed. Guanda 2022) e di Paola Collini (da “Senza respiro”, ed. Gedi 2017) saranno in vendita prima e dopo lo spettacolo.
Quindi, proprio presso il palco del Castello antico di Calenzano Alto il giorno dello spettacolo “Respiri”, è possibile aderire alla missione di Paola Cannas, cioè “Costruire una scuola dove non c’è” (tramite il il ricavato della vendita del suo libro a Filo di Juta, per spazi-scuola in Bangladesh), e di Paola Collini (con donazioni per Fondazione ANT).
Sul palco del Castello di Calenzano Alto
Due poetesse ma anche due donne sul palco: Marina Mior (qui attrice, ma anche soprano del Coro del Teatro del Maggio Fiorentino) e Martina Weber (diplomata al Conservatorio di Firenze, già Premio César nel 2009 e Music Professor Degree a Parigi).
Le parole e la voce di Marina Mior
Le parole recitate da Marina Mior conducono a una profonda riflessione sull’esistenza, sulla natura e sui modi di affrontare la sofferenza della malattia.
Non vi è mai un’interpretazione oltre la soglia (come spesso nelle letture di poesie). Marina Mior, invece, mira a far uscire il pubblico “dall’automatismo della percezione”, privando di intonazione alcune parti di lettura e colmandone altre parti.
Lo scopo è coinvolgere il pubblico con un effetto di straniamento, termine introdotto dal teorico della letteratura Viktor Borisovič Šklovskij già nel 1916…
La musica e le suggestioni di Martina Weber
Martina Weber alla viola da gamba suona brani di epoca barocca di J. S. Bach, M. Marais, DeMachy e altri. Sempre la musicista così nota oltralpe, è autrice delle struggenti melodie elettroniche che fanno da sfondo alle letture del Quadro autunnale…
Martina Weber, per questa speciale occasione, usa anche delle percussioni iraniane. ll daf (in lingua persiana دف daf, in lingua araba دُفْ duf) è un tamburo a cornice per l’esecuzione di musica classica e popolare. Nella cornice, alcuni anelli metallici lo fanno somigliare a un voluminoso tamburello.
Il daf, sul quale Martina improvvisa alcune suggestioni musicali, è uno strumento che nella cultura mediorientale è tipico dell’universo artistico femminile. Secondo la tradizione, condivisa anche in Italia del Sud e nel Nordafrica, le donne sono introdotte al suo miglior utilizzo per le feste di nozze, in cui vengono scanditi tempi e esaltate ritualità.
Martina Weber tocca la membrana del tamburo per originare un’atmosfera intensa e far vibrare le emozioni del pubblico sulla modulata voce di Marina Mior.
Le immagini dei boschi che respirano
Il respiro di meravigliosi boschi, così come sono proiettati sulle antiche mura del Castello di Calenzano Alto, è evidenziato da un grandioso effetto audio: inspirazioni ed espirazioni, sempre al comparire di queste immagini che sembrano veri dipinti e che sono gli scatti della bravissima Claudia Giusti.
L’idea della fotografa della Natura è rappresentare il legame personale dell’individuo con gli alberi e con le foreste. Una forma di terapia che spinge Claudia a recarsi nei boschi ogni volta che ha necessità di ossigenarsi e rilassarsi…
La sua narrazione è anche un modo di connettersi all’ambiente che ci circonda e così amato anche dalle due donne poetesse a cui è dedicato lo spettacolo.
La macchina fotografica di Claudia esegue dittici, nei due tempi del respiro: nell’inspirazione il muscolo scende, nell’espirazione il muscolo sale. Da qui la pratica di Claudia che porta la sua macchina fotografica a emulare questi movimenti… si abbassa, si alza e imprime sul sensore la connessione con la foresta nel mirino.
Adattamento scenico e regia
“La necessità dell’essere umano è respirare la vita pur vivendo nella sofferenza dei tempi attuali”. Questa convinzione guida Gianni Garamanti nell’adattamento delle poesie di due donne che hanno amato tanto. Così dovrebbe essere aiutato a propagare sempre più il loro messaggio, un’impronta fondamentale nella società trasmessa ai pubblici di tutte le età e di tutte le culture.
L’allestimento scenico è minimalista sul palco per condurre l’attenzione del pubblico verso la grandiosità della Natura, rappresentata così bene dalle fotografie proiettate a grandezza ciclopica sulle mura dell’antico Castello di Calenzano Alto.
La location risulta adatta all’evento perché il pubblico è cinto in un avvolgente abbraccio della Natura. Asfissiante, ammaliante, sempre poderoso e materno.