Fiori blu non è un corso e nessuno ti insegna a scrivere.
Però si fanno insieme tanti esercizi e soprattutto si fa pratica di scrittura con idee, teorie e le storie di autori di stampo realista che magari è anche capitato di aver già incrociato nelle letture ad alta voce di Pietre azzurre.
Impariamo ad ascoltare voci diverse, quelle di scrittori già pubblicati ma anche quelle dei partecipanti al laboratorio e le nostre. Poi si analizzano scelte e possibili opzioni di svolgimento di azioni e scene.
Per far questo osserviamo tutto quello che ci circonda e ci ha circondato nella nostra esistenza: persone, cose, oggetti, la natura e i suoi elementi… poi le azioni e anche le mancate azioni. Soprattutto quelle.
Quindi scriviamo, riscriviamo e poi… riscriviamo ancora! Ne sapeva qualcosa Raymond Carver che, lavorando moltissimo sui finali, una volta disse: “Se la scrittura non si può insegnare, però si può benissimo imparare a scrivere”.
E noi, insieme, impareremo a scrivere con un primo indispensabile passaggio: togliere!
Toglieremo moltissimo. Ecco, questo è un passaggio che dovremmo affrontare tutti, leggendo e rileggendo ciò che viene scritto nel laboratorio. Eliminare diventerà la nostra più sana abitudine. Al pari dell’accuratezza nell’uso della parola migliore (come insegnava Flaubert) e anche della ricerca della semplicità (Calvino docet).
Nel laboratorio Fiori blu del MUNAR scriviamo di scene di vita autentica, senza trucchi e orpelli inutili.
Vieni in Fiori blu: dove iniziano le storie!
Cosa raccogli con i fiori blu
Scene di vita. Sembra poco? Invece è tantissimo, perché gli istanti che viviamo nel presente diventano subito passato e ce li perdiamo uno dopo l’altro… un’azione dietro l’altra… un volto dietro l’altro.
Allora possiamo osservare la nostra esistenza, e quella degli altri. Farlo per cogliere fiori blu dalla finestra, con un binocolo e una macchina fotografica. Pronti a fissare momenti di blu intenso in un mare di dettagli che sembrerebbero dettagli senza colore, da niente. Particolari che, invece, costituiscono la nostra vita.
Fiori blu come debolezze umane, come reazioni alle crisi, alle sofferenze, agli sfratti e agli appropriamenti. Cogliere occasioni per scrivere della realtà quotidiana, senza la benché minima idea di compiere uno sforzo, senza trucchi da quattro soldi!
Quindi, in Fiori blu ci pieghiamo sui nostri tablet, sul nostro foglio bianco, sui nostri bloc-notes e “non facciamo gli eroi“… perché scriviamo semplice, onesto e diretto a chi leggerà.
Raccogliamo fiori insoliti: per scarti di personalità, dentro lo scandire diverso del tempo. Osserviamo tutto quello che si muove: accelerazioni verso qualcosa che si avvicina, o si allontana, che ci pervade o ci investe, o qualcosa che rallenta, appena dissolto nel ricordo.
In Fiori blu, scriviamo per riempire i vuoti: momenti del giorno e della notte. Blu.
Fiori blu vs Pietre azzurre
Dopo aver letto in Pietre azzurre tanti autori del così detto Realismo Sporco o da K-mart, facciamo un po’ di confronti per scegliere quello che è meglio per noi.
Sarà la volta di fare analisi più accurate e scoprire dettagli e metodi utilizzati dai nostri autori preferiti nelle letture di Pietre azzurre e in quelle che porteremo in laboratorio. Per tracciare, ben visibili, i contorni della vita di personaggi alla ricerca di una nostra personale voce, senza prendere a modello stili di altri.
Ogni elaborato può essere letto e confrontato con lo stile di altri. Ecco perché, già in laboratorio, ogni autore inizia ad accogliere dai suoi lettori consensi e critiche che fanno crescere chi ha voglia di scrivere.
Ogni modulo si compone di 5 incontri e non c’è propedeuticità perché qui nessuno insegna a scrivere. Però, è bene ricordare che ogni incontro è fondamentale per avvicinarsi con sempre maggiore rispetto e conoscenza all’approccio di scrittura realistica.
Partecipa al laboratorio di scrittura Fiori blu se…
“A chi sono destinati questi incontri?“
Al giovane inesperto, megalomane, con manie di onnipotenza, e innamorato di John Fante.
A chi ha già vissuto un bel po’ e, scendendo in strada, incontra ancora nuovi volti e li sovrappone a quelli di altri già conosciuti… forse solo perché è affascinato dai personaggi amari e ironici che abbondano nelle pagine di Thomas Pynchon.
A chi insegna a scuola, a chi lavora in ufficio, a chi fa prediche e non sa che altro fare che vivere con la testa immersa tra storie di giovani… gli stessi giovani che abbiamo conosciuto bene anche nei racconti di Mastrocola, Starnone e Pennac.
Nel laboratorio Fiori blu c’è tanta vita e c’è:
chi “tipo, non riesco a trovare ancora un finale degno alla mia storia”…
chi “perché la vita è una ed è meravigliosa”…
chi “voglio solo iniziare ma non ho mai provato a scrivere”…
chi “come si fa essere pubblicati?”…
chi “di qualcosa si deve pur morire!”…
chi “non trovo mai il tempo di mettermi a scrivere e allora vengo qui a Fiori blu e mi sento obbligato a farlo insieme agli altri”…
chi “ma è vero che si diventa ricchi scrivendo libri?”…
chi “ma è vero che si diventa poveri se scriviamo libri?”…
chi “per ora ho scritto solo poesia, è perché sono sensibile”…
chi “mi piacerebbe scrivere della mia vita, per i miei nipoti ma anche per me, per ricordarmela meglio”…
[NDR: la lista è lunga e continua ad alimentarsi con i vostri suggerimenti!]